top of page
  • Immagine del redattoreStefano Anzuinelli

GIOVANI E SOSTENIBILITÀ: UN ABBINAMENTO INSCINDIBILE 

I giovani sono sempre più sensibili alla necessità di contrastare il cambiamento climatico, tuttavia, talvolta sono condizionati da emozioni negative. Una larga maggioranza dei giovani Gen Z è disposta a impegnarsi di persona per favorire la sostenibilità e promuovere atteggiamenti favorevoli a una transizione energetica consapevole. Diverse indagini indipendenti, infatti, mostrano un’acuta sensibilità di questa fascia di popolazione verso un tema così rilevante per il loro futuro. Talvolta questa propensione cozza purtroppo con un atteggiamento negazionista che determina in loro senso di frustrazione e impotenza.


Per la Gen Z  (e la Gen Alpha) sostenibilità significa non semplicemente attenzione alle politiche ambientali, quanto una più ampia promozione di modelli etici e trasparenti, inclusività, eterogeneità di pensiero e attenzione alle fasce sociali più deboli, nell’ottica di promuovere un equilibrato sviluppo sociale.

Cercheremo assieme di comprendere le motivazioni profonde di tale sensibilità, prendendo le mosse da un paio di indicatori globalmente accettati dalla comunità scientifica: la “Curva di Keeling” e il Living Planet Index”



Charles David Keeling è stato uno scienziato americano, chimico e ricercatore presso la famosissima Caltech (California Institute of Technology) e professore di Oceanografia presso lo Scripps Institution of Oceanography di San Diego. Alla fine degli anni ’50 Charles David Keeling, inizia a interessarsi alla geochimica.


A quell’epoca la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera non era nota con precisione. Le misure riportate oscillavano tra 250 e 500 parti per milione (PPM). Gli studi di Keeling attirarono l’attenzione di molti istituti di ricerca. Diversi laboratori offrirono una posizione a Keeling per continuare le misurazioni dell’anidride carbonica in atmosfera.



Si intuiva che quel campo di indagine sarebbe stato fondamentale per comprendere l’impatto delle attività umane sul sistema climatico. Venne quindi proposto a Keeling di realizzare un avamposto di misurazione della CO2 alle Hawaii, sulle pendici del gigantesco vulcano Mauna Loa. La scelta del grande vulcano fu tutt’altro che casuale, anzi fu il frutto di attente considerazioni: le piante infatti non crescono nella parte alta del vulcano, inoltre la posizione remota al centro del Pacifico rende le Hawaii un luogo poco influenzato dalle attività umane. Ultimo fattore, le correnti atmosferiche prevalenti che circolano intorno al vulcano spirano dall’alta quota verso il mare.



Ciò limita ulteriormente l’effetto di disturbo portato dalle lussureggianti foreste che prosperano nella regione costiera del Mauna Loa. Grazie a questi indubbi vantaggi, fu deciso di installare sul vulcano un osservatorio permanente per la misura dell’anidride carbonica in atmosfera. Gli strumenti furono sistemati a 3400 metri, circa 800 metri sotto alla cima del vulcano. Da allora, i dati raccolti dimostrano che l'aumento della concentrazione di CO2 nell'atmosfera è stata inarrestabile: da 320 ppm (parti per milione) del 1960 a 420 ppm del 2022 spiega l'aumento della temperatura media globale mettendola in relazione in particolare al crescente utilizzo di combustibili fossili. 


Il Living Planet Index (LPI) 2020 è un accurato studio effettuato dal WWF che evidenzia un decremento medio del 68% delle popolazioni monitorate di mammiferi, uccelli, anfibi, rettili e pesci dal 1970 a oggi. Questa drastica diminuzione è un importante fattore che rappresenta lo stato di salute generale degli ecosistemi. La misurazione della biodiversità è complessa ma la maggioranza degli indicatori evidenzia un netto calo negli ultimi decenni. Questi modelli matematici hanno fornito la prova che possiamo arrestare e invertire la perdita di biodiversità terrestre, causata dai cambiamenti dell’uso del suolo. Con un’attenzione immediata e senza precedenti sia alla conservazione sia alla trasformazione del nostro sistema industriale, economico e valoriale, questi risultati si traducono in una roadmap per ripristinare la biodiversità e far prosperare una popolazione umana in crescita. 



Ma come possiamo cercare di comporre il dibattito che contrappone le posizioni di chi sostiene le tesi di cui abbiamo citato due esempi, e chi sostiene invece che le variazioni climatiche nella storia dell’evoluzione del pianeta sono sempre esistite e l’allarmismo degli ambientalisti è, tutto sommato, fuori luogo e condizionato da una ristretta lobby di ricchi finanzieri globalisti?


Può aiutarci a fare chiarezza il Prof. Telmo Pievani, filosofo della scienza, professore ordinario presso il Dipartimento di Biologia dell'Università degli Studi di Padova, dove insegna Filosofia delle scienze biologiche, Bioetica e Divulgazione naturalistica, autore di più di 346 pubblicazioni scientifiche nei campi della biologia evoluzionistica, dell'evoluzione umana, della filosofia della biologia e della filosofia della scienza generale. 


Nel corso di una recente intervista radiofonica si è espresso in questi termini: “In Italia, ma in generale nel mondo, la maggior parte delle aziende si è prontamente già adeguata a modelli manageriali e imprenditoriali dettati da un’etica mirata al benessere futuro del pianeta, in linea con quelle politiche sostenibili che sono ormai prerogativa di ogni organizzazione. Per questo, ora il focus delle aziende è di porsi obiettivi concreti, cadenzati nel tempo, che permettano di migliorare gli aspetti legati alla sostenibilità, nel rispetto dei principi ESG”.

Ha inoltre aggiunto, a proposito dei giovani e dei loro studi: “Sono ormai centinaia, solo in Italia, le facoltà universitarie che hanno da tempo attivato percorsi triennali e master che si propongono di esplorare e analizzare le dimensioni e gli impatti ambientali, sociali e di governance divenuti fondamentali per misurare la sostenibilità di un investimento in una impresa”. E continua Pievani: “Abbiamo quindi già oggi tantissimi giovani preparati ed entusiasti che forniscono le loro competenze alle aziende, sia in Italia che all’estero e che contribuiscono con queste loro skill alla realizzazione di una nuova fase economica, che distribuisce reddito e ricchezza a migliaia di famiglie, moltiplicando la nascita di nuovi posti di lavoro”.  


Dr. Stefano Anzuinelli

Licei Paritari Isaac Newton™            

Founder & CEO







30 visualizzazioni0 commenti

Commentaires


bottom of page